di Roberto Rubino
Un libro, scritto in italiano, da uno spagnolo che di mestiere fa il professore all’Università di Siviglia e che di giorno studia i conigli e di sera, a casa, prova a immaginare e scrivere storie di vita quotidiana fra il mondo arabeggiante di Siviglia e quello etrusco di Viterbo, fa già venire voglia di leggerlo.
Se aggiungiamo che il filo conduttore o forse meglio “il galeotto” sono le scritte sui muri, proprio quei graffiti che continuano a deturpare le nostre città, allora la curiosità va oltre le aspettative di chi vuole godersi un piacevole romanzo.
Conosco Pedro da anni, venne a fare un breve stage al Crea di Bella agli inizi degli anni 90, se ricordo bene.
Per noi fu uno dei tanti che sarebbero passati a condividere studi e ricerche su vari aspetti della produzione animale, per lui l’inizio di una amore per l’Italia, che lo ha spinto a perfezionare la lingua e a scrivere addirittura il suo primo libro in una lingua che non è la sua.
Ma, tornando ai graffiti, quando va a Viterbo, sempre per frequentare la locale Università, scopre con sorpresa che la città è invasa dalle scritte sui muri.
Solo che a Siviglia le scritte erano tutte di protesta, a Viterbo di amore. E che il fenomeno fosse abbastanza esteso lo conferma il fatto che, quasi venti anni fa, Antonello Ricci, uno scrittore viterbese, aveva pubblicato il libro: Graffiti, scritti di scritte. Dalle epigrafi fasciste alla bomboletta spray.
Ce ne è a sufficienza per fantasticare e imbastire una storia fra un sivigliano e una viterbese. Storia che prende forma e vita, non a caso, nelle aule dell’Università e che si dipana nei bar, nelle strade e sui muri di Viterbo. E sono proprio quelle scritte ad accompagnare l’evoluzione e la conclusione della storia d’amore fra Miranda e Carlos. Da leggere tutto d’un fiato.
Pedro Gonzales Redondo, Te lo dico sul muro, Youcanprint editore, Lecce, 2021, prezzo 12 euro.