STORIE DI ORDINARIA FOLLIA…BUROCRATICA

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Abbiamo un po’ tergiversato su questo articolo fino a quando un cortese revisore Agea, al termine della sua istruttoria, non ci ha chiesto se, come prescrivono le regole UE, avessimo fatto adeguata pubblicità con loghi, brochure, articoli, ecc, alla Misura. Dopo averlo assicurato che nei vari output consegnati comparivano i loghi prescritti, intendiamo, con questo articolo, ulteriormente assolvere alle prescrizioni comunitarie.

di Adriano Gallevi

Sono consapevole di non essere originale raccontando questa storia in quanto, come questa, ce ne sarebbero milioni da raccontare.

Mi riferisco alle tante situazioni che genera la perversa procedura messa in campo dalle autorità europee, nazionali, regionali, che gestiscono il PSR e che il malcapitato utente, che ad essa si rivolge, deve subire…al limite di una crisi di nervi, sperando di non doversi ricoverare.

I fatti come si sono svolti e si stanno svolgendo e di cui mi assumo tutte le responsabilità al riguardo.

Alla fine del 2017, la Regione Campania emana un Bando per l’aggiudicazione dei servizi di Assistenza Tecnica alle imprese agricole (Misura 2.1.1 del PSR 2013-20), con scadenza marzo 2018.

Occorre dire che l’UE e la Regione Campania che, tra le poche, l’ha applicata, hanno capito che il servizio pubblico di AT non funzionava più a causa dei gravosi impegni burocratici a cui erano soggette, non solo le strutture pubbliche ma anche quelle delle organizzazioni di categoria, per cui occorreva privatizzare una inderogabile “funzione pubblica”.

Il Bando individuava 25 lotti omogenei di vari settori produttivi ai quali si poteva concorrere e, tra questi, il lotto G5 –Assistenza Tecnica agli ovi-caprini- per un modesto importo di € 50.000,00 quale contributo da erogare ad un minimo di 30 aziende.

La tipologia di servizi da erogare era da ricercare in un prontuario messo a punto dalla struttura regionale dell’Assessorato Agricoltura e il regolamento d’attuazione poneva dei limiti di tipologia di servizi da erogare in rapporto alla Focus Area (FA) a cui quel servizio era dedicato.

Per esempio, il servizio 21 “Trasformazione dei prodotti”, ricadente nella FA 3A, che vale 1.500 €/cad., non poteva superare i 10.500 € per cui il massimo di aziende che ne poteva usufruire, è di 7, (anche se, di tale servizio, ne avrebbero avuto bisogno, al limite, tutte e 30).

Questo ci ha costretto ad introdurre servizi, ancorché non confacenti alle fisionomie aziendali presenti, che ci permettessero di superare questi “trabocchetti europei”, che limitano le capacità di analisi dell’operatore chiamato a svolgere il Servizio.

Vedi, per esempio, il servizio 51 “ottimizzazione ed ulteriore sviluppo di attività di diversificazione del reddito aziendale già in essere, valutazione delle performances  e del mercato potenziale, sviluppo di azioni di marketing; il cui output di rendicontazione deve essere una “ relazione dettagliata su risultati economici ottenuti con documentazione fotografica attività svolte, piano di marketing”…… O come l’azione 55 “valutazione della convenienza dell’introduzione dell’attività di produzione di biogas e di elettricità con metodi ecocompatibili oltre il fabbisogno aziendale”

Per capire quello che sto dicendo, bisogna premettere che ANFOSC è stata quasi pregata di rispondere al Bando per quel Lotto in quanto nessuno si voleva prendere quella “gatta da pelare”.

E noi, forti di quel detto toscano che così recita: “Croci e lanternoni toccano sempre ai più coglioni” …in questa, come in altre occasioni, ci siamo esposti e abbiamo partecipato e…vinto…per “manifesta inferiorità dell’avversario”, che non c’era.

Ovviamente le aziende che abbiamo scelto e coinvolto in questa avventura erano quelle delle aree interne campane e principalmente del salernitano, residenziale in paesi come Ricigliano, S. Gregorio Magno, Colliano, ecc., territori che conoscevano ed i cui fabbisogni di AT prioritari erano e sono tutt’altro che quelli che ci venivano, quasi, imposti; parliamo di foraggicoltura, alimentazione del bestiame, trasformazione dei prodotti, benessere animale, ecc.

Comunque, come si suol dire: “L’hai voluta la bicicletta? Pedala!”

La nostra pedalata è dunque iniziata il 3 marzo 2018 quando abbiamo presentato il Progetto (corredato, fra l’altro, da 13 dichiarazioni e da una fidejussione provvisoria costituita da un assegno circolare non trasferibile di 1.000 euro) che doveva essere in armonia con le “Linee guida misura 02 e disposizioni specifiche servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende Agricole – tipologia di intervento 2.1.1 – (versione 1.1)” (con allegati), varato a febbraio 2018; un documento di 41 pagine di cui 13 di Premessa…

In tale documento, fra l’altro, è detto che “L’istruttoria delle domande di pagamento sarà effettuata, salvo diverse disposizioni emanate a livello comunitario, nazionale e regionale, entro 30 gg lavorativi…”. Vedrete in seguito il rispetto di tale assunto…

Passa così tutta la primavera-estate-autunno 2018, periodi di grandi attività negli allevamenti (fienagione, semina di prati, caseificazione, ecc.) senza sapere la sorte del nostro progetto.

Finalmente, a fine 2018 sappiamo che, sciogliendo tutte le riserve possibili, siamo proclamati vincitori.

Bene, direte voi, così finalmente vi mettete al lavoro!

Illusi!

Dobbiamo aspettare invece il maggio 2019 allorché, con la firma del Contratto di consulenza, sembrava che potessimo partire; invece, a fine maggio, tutti gli organismi di consulenza aggiudicatari dei 25 lotti, venivano convocati a Napoli per una riunione nel corso della quale ci venivano date indicazioni circa (l’infernale) il funzionamento della piattaforma nella quale segnalare, di volta in volta, le date di sopraluoghi alle aziende e nella quale riversare, al termine della consulenza, per ogni azienda servita, gli output di rendicontazione, le fatture, ecc., e dalla quale estrarre la Customer, ossia una scheda di domande/risposte che l’allevatore deve compilare, sottoscrivere e restituire e poi riversare nuovamente nella piattaforma.

Per carità di patria, vi risparmio la sua lettura; però tenete presente che tutto questo avveniva con allevatori ovicaprini di quei territori di aree interne di cui vi ho accennato.

Poiché le operazioni di messa a punto della piattaforma erano di là da venire e si stava profilando di non poter utilizzare la stagione estiva per l’inizio dell’attività di AT, a metà mese di giugno abbiamo rotto gli indugi e comunicato ufficialmente che iniziavamo l’attività

A questo punto, eravamo a 15 mesi da quando, a marzo 2018, avevamo consegnato le buste per la gara.

Ovviamente, abbiamo accelerato le operazioni per recuperare il più possibile il tempo perduto per cui, a febbraio 2020, eravamo in grado di presentare un primo SAL per quelle azioni, specie quelle relative alla trasformazione prodotti, foraggi coltura e benessere animale, per le quali l’AT aveva prodotto effetti.

Molto più in ritardo, invece, quelle azioni che, personalmente, ritengo “innaturali” per i soggetti ai quali erano rivolte e che, obbligatoriamente, dovevano contenere, per esempio “valutazione economico-finanziaria (business plan) partendo dalla riclassificazione  dei  dati  contabili  dell’impresa  destinataria,  secondo  i  principi  della Direttiva 34/2013/UE, recepita dal Decreto 139/2015, ed almeno il calcolo degli indici ROI e ROE;”

allevatori caprini e oviniVe lo immaginate il pastore di Romagnano al Monte, che sta bestemmiando perché a Natale non è riuscito a vendere i capretti a più di €/kg 3,2, sentirsi parlare di ROE, Business plan, ecc.?

Ve lo immaginate tutta questa gente in questi territori (dove, peraltro, è racchiusa ancora la genuinità dei prodotti, dove il bestiame pascola, il latte è di altissima qualità, dove dobbiamo lottare perché rimangano su di essi e non chiudano le aziende, che per pura cortesia hanno accettato il nostro invito, gradito il servizio) che si vedono arrivare (come la prassi vuole) una fattura emessa da ANFOSC di 950 o 1.500 euro,  a seconda del servizio ricevuto, che rappresenta il contributo del 100% che l’UE prevede per loro ma che, a loro volta, devono sborsare 209 o 330 € pari all’IVA da corrispondere all’ANFOSC?

Quelle cifre rappresentano, all’incirca, il valore di 10 capretti…Quell’IVA, per l’azienda, per quelle tipologie di aziende, per loro rappresenta un costo.

Per la verità, capito questo, la Regione si è attivata con l’Agenzia dell’entrate asserendo che, essendo un Servizio Pubblico, affidato a privati, quell’IVA non andava pagata. Ovviamente, con la fame di soldi che lo Stato si ritrova, figuriamoci se la proposta è stata accolta. E noi ci troveremo, a fine progetto, ad averci rimesso anche 10.450 € di IVA non riscossa.

Ma ritorniamo nel seminato; a febbraio 2020, alla presentazione del 1° SAL.

Nel frattempo, dopo i primi sopraluoghi, ci siamo accorti che era necessario sostituire alcune aziende per cui abbiamo inoltrato una prima e poi una seconda richiesta di variante: prima dell’approvazione di essa, ovviamente, ci erano precluse le attività; l’approvazione è avvenuta solo ai primi di giugno…anche se noi, approfittando della Pandemia, abbiamo continuato a svolgere attività di AT da remoto.

Lo so, eravate curiosi di sapere, dopo 4 mesi, la sorte del 1° SAL di euro 19 mila circa; volevate sapere, cioè se, all’attualità, ANFOSC aveva incassato, al netto dell’IVA non riscossa…circa 15 mila euro.

No, signori, perché nel frattempo la fortuna ci ha assistito…per cui siamo stati sorteggiati per la, dovuta, ci mancherebbe altro, verifica AGEA…. che ancora non è terminata.

Pochi giorni fa, abbiamo completato l’AT di un altro gruppo di aziende, per un importo pressoché analogo a quello del primo, il che porta, complessivamente, all’80% del budget di 47.500 euro assegnato.

In questo lavoro abbiamo trovato difficoltà con la piattaforma la quale, nonostante gli sforzi, lodevoli, di chi la gestisce per farla funzionare, non “digerisce” il materiale delle aziende oggetto di variante.

Superato l’ostacolo inviando pec, il 23.07.20, mi sono recato al CAA di Eboli per caricare la Domanda; il Direttore comincia a smanettare, compare la Domanda, vengono impostati i primi dati di riconoscimento, si clicca e…. Signori, non ci crederete (ma io avevo premesso che era una storia di ordinaria follia…) il sistema si blocca, non possiamo andare avanti. Perché? Telefonato a Napoli al responsabile di Misura, vengo “notiziato” che non posso andare avanti fintantoché la verifica AGEA non sarà terminata!!! Ma nessuno mi ha “notiziato”, a mia volta, quando e come sarò informato che le operazioni di carico del 2° SAL possano riprendere.

Se penso che la follia dell’ANFOSC, senza fine, l’ha portata a partecipare anche ad un, analogo, secondo bando, sarei portato a piangere, cosa che ho fatto solo in momenti tragici della mia vita familiare.

Certo, anche l’ANFOSC è diventata la mia famiglia: gli passo pure gli alimenti! Ma mia moglie non lo deve sapere (anche se lo immagina e ne è gelosa).

C’è qualcuno che è rimasto incuriosito della fine che ha fatto la fidejussione provvisoria, quell’assegno di mille euro?

Bene, dopo l’aggiudicazione, abbiamo presentato una polizza fideiussoria definitiva per cui, a regola, l’assegno andava restituito.

Ebbene, questo è potuto avvenire solo il giorno 23.07.20 a seguito di ripetute richieste e insistenze, perché l’assegno non si sapeva più dov’era andato a finire e solo un colpo di fortuna di un amico l’ha trovato in una busta, sperduta in un cassetto…. Follia? Delirio!

La cosa buffa di tutta questa cronaca è che i colpevoli non vanno ricercati fra questo o l’altro funzionario addetto.

Anzi, la struttura burocratico-amministrativa dell’Assessorato, molto esperta e collaborativa ma ridotta ormai al lumicino, fa miracoli per stare dietro alla massa imponente di richieste del mondo agricolo campano che piovono sulle Misure del PSR.

Se proprio dovessi cercare un colpevole lo individuerei nelle Organizzazioni di categoria, non solo italiane, che in sede di trattative a Bruxelles non sanno puntare i piedi per correggere i perversi meccanismi, ormai noti da anni, che rallentano, paralizzano, l’attuazione dei vari PSR.

A questo aggiungerei a pieno titolo, un’azione dell’AGEA, lenta e farraginosa nei pagamenti, causa di molti fallimenti delle aziende.